Museo a cielo aperto La Thuile il lato Wild del Monte Bianco

La Thuile
Anima mineraria

La Thuile custodisce un passato minerario che permette di percorrere il filo del tempo. Sono tanti i segni ancora oggi visibili che raccontano la storia della miniera, diffusi nel centro del paese e nei suoi dintorni, fra i boschi e i villaggi.
E’ dalla seconda metà degli anni ’20 che inizia questa evoluzione ha inizio in modo intensivo con l’avvio di un vasto programma di sfruttamento dell’antracite per la produzione di carbone, inizialmente usato solo per il riscaldamento domestico su scala locale e poi richiesto in grandi quantità per alimentare gli altiforni dalle grandi industrie siderurgiche. L’apice estrattivo viene raggiunto nell’immediato dopoguerra e la miniera fornisce carbone fino alla chiusura nel 1966.
La miniera portò cambiamenti radicali nel villaggio con la costruzione dell’articolato corredo di strutture necessarie all’attività mineraria, fra gallerie di estrazione, sistemi di movimentazione del materiale, edifici di servizio, dotazioni e infrastrutture tecniche e spazi dedicati al minatore.

Museo a cielo aperto La Thuile il lato Wild del Monte Bianco

Il richiamo del carbone trasforma il villaggio di montagna con i suoi piccoli campi e pascoli in paese minerario popolato di minatori che fino a poco prima erano contadini. Chissà se è un caso, ma si dice che la miniera si coltiva!
I minatori sono gente del posto ma arrivano anche da altre parti d’Italia, presi da occupazioni precedenti anche molto diverse, creando una mescolanza di provenienze, dialetti e abitudini che ha arricchito la comunità di La Thuile.
Questi giovani volenterosi e disposti a lavorare duramente per la paga da minatore, erano gli esecutori materiali delle faticose e logoranti attività in miniera che comprendevano più mansioni e fasi di lavoro, riunite sotto il poetico termine di arte mineraria. Lo studio dei giacimenti di carbone, il disegno dei livelli di estrazione con i collegamenti interni per il personale e il materiale che doveva essere portato all’esterno e movimentato fino alla sua destinazione finale era il campo d’azione degli ingegneri che rispondevano direttamente ai proprietari della Concessione mineraria. La miniera era un’impresa. Doveva rendere e i minatori erano l’anima dell’intero lavoro. Per il loro confort La Thuile si allarga a zone fino ad allora non abitate: nasce il villaggio minatori con case operaie accoglienti e dotate di servizi per l’epoca non consueti (uno su tutti l’infermeria).
Dopo 40 anni di sfruttamento su base industriale gli edifici a servizio dell’attività estrattiva vengono abbandonati o riconvertiti ma ancora oggi sono la testimonianza più evidente delle sfide di allora.

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